
Il 10 luglio 1943 doveva essere un giorno come tanti nell'Arcipelago pontino. Un centinaio di persone erano a bordo del 'Postale' Santa Lucia, un traghetto che assicurava il regolare collegamento tra le isole e il continente. Salpata da Ponza, la nave era quasi giunta a Ventotene dove avrebbe dovuto caricare altri passeggeri.
Improvvisamente nel cielo comparve una squadriglia di sette aerei dell'aviazione alleata, che in breve iniziarono a mitragliare il piroscafo. Si trattava di aerosiluranti ed uno degli apparecchi sganciò l'ordigno che la centrò a mezza nave, devastandola. A Nord-Ovest di Punta Eolo, ad un miglio e quattrocento metri dalla costa la nave iniziò rapidamente ad inabissarsi, spezzata in due tronconi. La parte prodiera si adagiò sul fondo indirizzata verso Ventotene, con la chiglia rivolta verso la superficie.
La zona centrale è oggi ridotta ad un ammasso di lamiere; a poca distanza giace la poppa, angolata di circa 90 gradi rispetto alla prua, coricata sul lato di babordo. E' necessaria molta precisione nell'individuare la posizione di questo suggestivo relitto invisibile dalla superficie del mare, affondato al largo della costa su un fondale posto ad oltre 40 metri di profondità. Una volta in acqua, scendendo lungo la cima dell'ancora, si inizierà dopo una ventina di metri a delineare sul fondo, più o meno pianeggiante e di natura sedimentosa, la sagoma scura ed imponente del relitto. Qua e là piccole praterie di posidonia e rocce sparse contribuiscono a mimetizzare il Santa Lucia nell'ambiente sommerso in cui riposa ormai da oltre 50 anni. La lenta e devastante azione del mare ha aggredito in più parti le lamiere del relitto, ma c'è da dire che parecchie sono le strutture integre e ben conservate.
Il fondale digrada da 39 a 46 metri, quindi puntiamo subito verso la poppa, situata alla quota più profonda. Qui, osservando con attenzione, tra i variopinti organismi sessili che tappezzano ovunque le lamiere potremo notare alcune lettere della scritta della nave.
Il ponte è ancora in ottime condizioni, ingombro di argani e sovrastrutture di vario tipo. Seguendo il profilo della poppa pinneggiamo sino a raggiungere l'area centrale, rifugio inespugnabile per molti pesci, tra cui saraghi, gronghi e murene. E' anche presente una cernia bruna, grande ed elusiva. Continuando l'itinerario prestabilito tagliamo con decisione alla nostra destra fiancheggiando il troncone di prua per tutta la lunghezza del suo profilo longitudinale. Interessante è la posizione delle due grandi ancore, ancora inserite nelle loro cubie nonostante il rovesciamento della porzione prodiera su se stessa. Sono questi, descritti sommariamente, gli elementi più significativi del relitto. E' tuttavia la grande, silenziosa suggestione che emana da questa vecchia nave ormai appartenente al mare, ciò che più colpisce durante l'immersione. La vaga sensazione di tristezza per un tragico evento bellico che ha coinvolto più di 100 civili, viene tuttavia allietata dal brioso spettacolo dei branchi di pesci argentei che danzano felici senza meta, quasi a voler accompagnare la nostra risalita verso il sole.